La Politica passi dalla commozione al rispetto, quello vero!
Alla proposta di intitolazione della cittadella alla Presidente Santelli segua la modifica della legge elettorale con l’adozione della doppia preferenza di genere.
di Francesca Straticò
E’ ancora forte ed unanime, in Calabria, la commozione per la scomparsa della Presidente Jole Santelli. Al netto delle appartenenze politiche, tutti hanno apprezzato il vigore e la determinazione con la quale la Presidente Santelli ha dimostrato attaccamento alla sua terra ed al proprio ruolo, nel momento certamente più gravoso e triste della propria vita. Più che apprezzabile è stata la sua grande dignità nel non consentire mai, alla terribile e devastante malattia, di interferire con la sue funzioni. Mai un accenno al tremendo “intruso”, mai un appello a giustificazioni per sottrarsi ai propri doveri, mai un’assenza immotivata e, sempre e costantemente sul volto, una traccia di serenità e quell’ineludibile sorriso impresso sino all’ultimo fotogramma della sua vita. In quanti, però, si sono chiesti quale fosse il prezzo di quella parvenza di tranquillità ed a tratti finanche di gioia, a fronte di ciò che pativa? In quanti hanno colto il dolore e la sofferenza di quei giorni permeati dalla consapevolezza di una prossima fine? Non credo in molti. Così come credo che, in molti, non abbiano compreso che, il peso di quei giorni, fosse enormemente aggravato dall’essere la prima donna a ricoprire il ruolo di Presidente della Regione Calabria. Si, perché alle donne che si occupano di politica, qualsiasi ruolo rivestano, non si fanno mai sconti. Perché, anche tra i suoi apparenti sostenitori, c’era sicuramente qualcuno, e lei lo sapeva bene, impegnato a cercare di mettere una lente d’ingrandimento sul primo segnale di incertezza e sulla prima sua esitazione.
La verità, purtroppo, è che alle donne in politica non è perdonato nulla, e che si pretende da loro una perfezione alla quale la maggior parte degli uomini neanche osa tendere. La verità, è che il ruolo di governo rivestito da una donna, nella mentalità gretta e misogina di tanti uomini, resta una loro elargizione e concessione. Elargizione e concessione che, la “beneficiaria” deve costantemente e, fino allo stremo, dimostrare di meritare, facendo il doppio di ciò che farebbe un uomo e, soprattutto, non sbagliando mai. Ragione, questa, per la quale, in molti, dovrebbero nutrire rimorsi e fare i conti con la consapevolezza di aver aggiunto un peso su quel cuore già provato da malattia e terapie. Ora, è il momento che tutti non si limitino a ricordarLa e ad elogiarne il ricordo. Non basta la proposta che la cittadella porti il Suo nome. Occorre, ed ho l’ardire di credere che una donna coriacea e concreta come la Presidente Jole Santelli avrebbe condiviso, che si incida fattivamente sulla completa equità nella partecipazione delle donne alla politica e che s’incida sul modo di valutare, sentire ed interpretare il loro apporto.
Il nome della cittadella non può e non deve essere il simbolo di un fenomeno circostanziale, in un luogo troppo poco frequentato, nel recente passato, dalle donne. Le donne devono poter rivestire ruoli determinanti, in politica come in ambito lavorativo e nella società, non con cadenza episodica, non incidentalmente e non con il clamore dell’evento eccezionale. La proposta di intitolazione della cittadella alla Presidente Santelli deve essere garanzia di mutamento, deve essere il paradigma di un modello nuovo svincolato da condizionamenti di genere, deve essere viatico di una partecipazione meritocratica, libera da preconcetti di ogni ordine e natura. Il suo nome inciso sulla cabina di regia di questa meravigliosa terra, dovrà essere cesoia della coltre di ignoranza e cecità che, per troppo tempo, ne ha nascosto la bellezza ed umiliato le potenzialità.
Si cominci subito dunque, rimediando al gravissimo ritardo della regione Calabria nella mancata adozione della doppia preferenza di genere, ritardo che vìola principi costituzionali ed umilia talenti e capacità. In Calabria si consente ancora che ci sia un procedimento elettorale non conforme alla costituzione, il mancato adeguamento della normativa elettorale costituisce un grave vulnus ed appare assolutamente inaccettabile la riluttanza, tutt’oggi dimostrata, da una larga parte della rappresentanza politica, nel recepire un modello adeguatamente inclusivo, applicativo di logiche civili, prima ancora che democratiche, che sia in grado di garantire il superamento del gap che ci colloca tra le aree più arretrate del mondo, in tema di attuazione dei diritti per la parità di genere. L’ulteriore mancato adeguamento, in questo senso, della regione Calabria, comporterebbe la violazione dei principi di unitarietà dello Stato incidendo gravemente sulla condizione dell’elettorato passivo e, dunque, sull’esercizio dei diritti elettorali e politici che non possono che realizzarsi all’insegna dell’uguaglianza. Un monito, dunque, a realizzare immediatamente questo obiettivo ed un ammonimento a non disattenderlo, giacchè la cosa più importante che si può fare per rispettare la memoria è non lasciare che si spenga dandogli uno spazio rilevante per la realizzazione del futuro.