Cozzo Cervello – RBC: “Nessun restauro conservativo. Solo taglio indiscriminato”
In una nota Rete dei Beni Comuni lamenta la mancata attuazione da parte della amministrazione comunale del restauro conservativo del bosco paolano
PAOLA – Nell’ultimo consiglio comunale tenutosi un mese fa, la diatriba politica aveva toccato anche argomenti come quello di Cozzo Cervello. RBC, attraverso la sua Consigliera Giuliana Cassano, avevano chiesto il restauro conservativo del bosco della località Montana paolana. Una attività che prevedesse la bonifica di una determinata tipologia di alberi al fine di preservare da morte certa il polmone verde Paolano. Polemica che coinvolse la minoranza, il sindaco, il consigliere Di Natale poi chiarita dall’intervento dell’ingegnere Iaccino (capo ufficio tecnico) e del segretario comunale. A distanza di un mese dunque da quel consiglio arriva una nota di Rete dei Beni Comuni che ravvisa un taglio indiscriminato degli alberi di “Cozzo Cervello” e la conseguente nota stampa che riproponiamo integralmente.
“Nei mesi scorsi abbiamo scritto a Ministero, Regione, Soprintendenza, abbiamo mandato un accorato appello persino a Papa Francesco nel tentativo di far desistere l’amministrazione guidata da Graziano Di Natale e Roberto Perrotta a tagliare oltre 2.000 alberi in località Cozzo Cervello. Il Ministero è intervenuto dando precise indicazioni alla Soprintendenza per far dichiarare Cozzo Cervello sito di notevole interesse pubblico. Neanche questo è servito a far desistere il Comune di Paola dall’operazione di disboscamento. A distanza di un mese esatto dall’ultimo Consiglio Comunale adesso sono chiari i motivi che hanno spinto il consigliere Di Natale ad affossare il nostro emendamento sul restauro conservativo e sulla tutela dei boschi. Concetto, quello del restauro conservativo delle foreste, che – per propria ammissione – il sindaco ha dovuto ricercare su Google. Ma in tutto ciò c’è qualcosa di davvero ironico e contemporaneamente preoccupante. È stato proprio il sindaco Perrotta ad inserire nel suo programma elettorale, a pag. 13 per l’esattezza, il concetto di restauro conservativo. Programma supportato dallo stesso Di Natale nel momento in cui, entrambi, hanno chiesto fiducia agli elettori per il rinnovo degli organi di governo comunale. Tutto ciò è allarmante. Siamo di fronte ad un’amministrazione che vota contro le proprie proposte. Hanno violato il programma di governo. Una violazione che tradisce la fiducia dei cittadini. La cittadinanza deve prendere consapevolezza che si è travalicato un limite e che è arrivato il momento di agire in prima persona contro ogni forma degenerativa del potere. Cozzo Cervello è solo l’apice, la sintesi, di un modello di governo che non persegue l’interesse collettivo.
Ma quello che maggiormente sfugge ai due politici è che, a seguito delle grandi alluvioni del 1951 e del 1953, la Cassa per il Mezzogiorno ha investito ingenti risorse di denaro per l’incremento delle aree boschive in tutta la Calabria. In particolare, dopo l’alluvione del 1953, che ebbe effetti più rilevanti, rispetto a quella del 1951, almeno in termini di comuni colpiti, si piantarono circa 153.000 ettari di boschi per un incremento complessivo pari al 50% in più della superficie. L’intento era di creare una barriera naturale per prevenire il dissesto idrogeologico, ovvero smottamenti e frane come quelle che in passato hanno interessato anche il Comune di Paola. La continua richiesta di legname, i mezzi di conduzione a vapore, l’agricoltura, avevano quasi desertificato le nostre colline. Oggi che potremmo godere di tutto questo verde, della sua protezione, cosa facciamo? Tagliamo. Uniamo al danno causato dagli incendi dolosi, dai tagli abusi, dalla mancanza di controlli da parte delle amministrazioni pubbliche, quello ancor più devastante del taglio “autorizzato”. Un piano forestale e un progetto di taglio che non tengono minimamente conto dell’utilizzo per fini sociali e turistici delle nostre montagne. Un taglio dove tutto viene fatto passare come marcio e morente, ma su 2.000 alberi martellati sono solo 15 le piante semisecche. La montagna è una risorsa non per le centrali a biomasse ma come volano per un nuovo modello di sviluppo locale. I nostri boschi andrebbero bonificati, curati, coltivati, non di certo distrutti. Gli alberi non sono merce di scambio. Sono diversi i bandi della comunità europea ai quali il Comune di Paola avrebbe potuto partecipare, finanziamenti per iniziative volte alla valorizzazione dei boschi, alla promozione del turismo sostenibile e dei Cammini. Ma per fare ciò bisogna volerlo ed è chiaro che la strada intrapresa dall’amministrazione Di Natale-Perrotta va verso tutt’altra direzione. Dimostreremo con carte alla mano che Cozzo Cervello non è un bosco malato, che il Comune sta sbagliando nel perseguire ostinatamente la strada del taglio. A questo punto non ci resta che intensificare ancora di più la nostra azione a difesa del territorio, della salute dei cittadini paolani e nell’interesse generale”.