Il cortometraggio sulla Calabria e i commenti dei Radical chic ormai superati

Le critiche di chi si sente detentore della cultura ha stancato. Questi ormai sono superati senza saperlo

CALABRIA – La Calabria è una terra bellissima ma davvero molto, ma molto strana. La stranezza è data innanzitutto dai suoi abitanti, sempre pronti a criticare quando ci si accorge che la regione è indietro rispetto ad altre realtà. Sempre pronti a puntare il dito quando si sviluppa un pensiero non stereotipato o stereotipato (a secondo delle convenienze) sulle nostre origini, tradizioni e cultura sociale, ma mai orgogliosa, indipendentemente dei colori politici, quando si tenta di portare all’attenzione del mondo intero una immagine positiva e romantica di una terra che ne ha tutte le caratteristiche, anzi forse è l’unica a livello mondiale ad avere queste caratteristiche. Così la stranezza di noi calabresi non è rimasta sottaciauta davanti al cortometraggio “Calabria Terra Mia”, voluta da Jole Santelli come promozione della nostra regione. I commenti dei cosiddetti radical chic, che sinceramente hanno ormai rotto le scatole perché fanno spesso sterile retorica, “cultura acculturata”, insomma fanno i sinistroidi con il didietro degli altri senza mai metterci del loro in prima persona, è divenuta la vera immagine della nostra terra che vuole apparire all’avanguardia senza però avere una visione ampia di quella che può essere la vera strada della emancipazione culturale. Per molti di questi radical chic la cultura è rappresentata esclusivamente dai Bronzi di Riace, dai Santuari, dalla favolose chiese e dai nomi del passato appertenuti alla magna Grecia. Un po’ meno dai nostri santi. Parlare di santi per questi signori è essere bigotti.

Sui grandi del nostro passato possiamo essere d’accordo, ci mancherebbe altro, ma siamo sicuri che per emozionare e attrarre chi guarda un film si debba  parlare di statue, chiese, musei o magari di Pitagora? Il pensiero umano è davvero strano e a volte incomprensibile. Prontissimo ad emozionarsi per i film di Muccino, tanto da emulare “le gesta” dei protagonisti dei suoi film ma nello stesso tempo pronta a criticare l’immagine romantica, che ha voluto dare alla nostra terra. Prendete ad esempio le nuove generazioni. Chi avrebbe accolto favorevolmente un mattone di film con Pitagora per protagonista? Prendete le vecchie generazioni. Chi tra loro non si emoziona, trovandosi fuori dalla Calabria da diverso tempo, davanti a un filmato del genere? Prendete il turista medio che ama il sole, la montagna, i luoghi caratteristici di cui è ricca la Calabria. Come fa questo turista medio, che è quello che porta i soldi con cui le attività economiche devono vivere, a non trovare accattivante un cortometraggio del genere? Si è voluto con esso dare una visione romantica della nostra terra, dei suoi colori dei suoi prodotti e soprattutto dei suoi profumi, quella che probabilmente aveva in mente il presidente Santelli che come tutte le donne aveva un animo più gentile rispetto a quello maschile. Certo che un cortometraggio di otto minuti non può dare l’idea di una terra così ricca e complessa come la nostra, se ne è voluto cogliere solo un aspetto, quello per l’appunto più gentile e caldo e forse, proprio per questo i “radical chic” avrebbero potuto tacere e pensare di utilizzare il tempo sprecato a criticare a prescindere per fare qualcosa per questa Calabria tanto bella quanto amara.

Per i romantici e visionari ecco il video. Buona visione