Rete dei Beni Comuni – Subito i 4 posti di terapia intensiva a Paola
COMUNICATO STAMPA DIFFUSO DAL GRUPPO CONSILIARE RETE DEI BENI COMUNI DI PAOLA
Denunce e propaganda non hanno mai risolto i problemi.
Servono al momento, per chi vi ricorre, a creare un’apparente consenso ma alla lunga sono deleteri per l’amministrazione del territorio.
Per questo motivo nei giorni scorsi abbiamo preso contatti con l’Ufficio del Commissario e il Ministero della Salute per chiedere una più compiuta riorganizzazione della sanità sul tirreno cosentino e l’apertura dei quattro posti di terapia intensiva.
Proprio al fine di consentire, nel più breve tempo possibile, l’attivazione dei posti di terapia intensiva, abbiamo chiesto l’immediata adozione di un bando per reperire personale medico, in particolare anestesisti e infermieri, nonché un bando per l’acquisto degli arredi, dei letti tecnici e delle attrezzature medicali, alcune delle quali, come i tredici ventilatori polmonari destinati allo spoke Paola-Cetraro, già in possesso della Regione Calabria, da consegnare al reparto che sarà allestito presso l’Ospedale San Francesco di Paola.
Oltre all’emergenza sanitaria scaturita dal diffondersi della pandemia da Coronavirus, occorre continuare a garantire servizi adeguati anche a chi è affetto da altre patologie e, per tale motivo, non possiamo abbandonare tutte quelle persone che richiedono trattamenti ambulatoriali o il ricorso a terapie in Ospedale con periodicità.
Il tutto garantendo la massima sicurezza a pazienti e operatori sanitari.
Vista inoltre la riorganizzazione dell’ospedale spoke Paola Cetraro, con quest’ultimo pronto a rispondere con almeno 30 posti letto all’emergenza Covid-19, l’attivazione a Paola di 4 posti di terapia intensiva per urgenze no-covid è diventata oramai improrogabile.
La collocazione a Paola del reparto di terapia intensiva dipende unicamente da precise scelte politico-gestionali, essendosi già investiti svariate migliaia di euro per l’adeguamento della struttura, la mancata attivazione comporterà oltre ad un danno per la sanità territoriale, l’ennesimo sperpero di denaro pubblico.
Quindi, prima delle denunce, che certamente arriveranno, ma che oggi servono solo a creare vuoto clamore, è il momento di interpellare con fermezza chi ha il dovere di dotare il reparto di quanto necessario per renderlo funzionante, con assunzione di precise responsabilità.