Giulio Tarro: “Far circolare il virus tra i giovani e proteggere gli anziani”
Il virologo parla della ricetta Israeliana attuata anche in Svezia. E sui vaccini spiega quelli a RNA
ITALIA – La terza ondata covid già annunciata; la messa in campo di una massiccia campagna di vaccinazioni; la scoperta e l’utilizzo dei Vaccini a RNA sono stati i temi che abbiamo trattato con il virologo di fama internazionale, Giulio Tarro, che ritorna ospite sulle nostre pagine per rispondere alle nostre domande.
Alla fine siamo arrivati a questo benedetto vaccino. L’Italia pronta a distribuire 1,9 milioni di dosi che andranno agli operatori sanitari e alle RSA. Però tanti sono i dubbi sulla efficacia a lungo termine e soprattutto sulla sicurezza. Lei cosa ne pensa.
Per sviluppare un vaccino efficace e sicuro ci vogliono tempi lunghi di sperimentazione. Nel nostro caso se il virus presenta, come sembra, più varianti e c’è quindi il rischio che funzioni come gli esistenti vaccini antinfluenzali che non coprono tutto. In più i vaccini cosiddetti “genetici” intervengono sul DNA, si tratta dunque di una terapia genica che potrebbe presentare problemi di natura bioetica da non sottovalutare.
Il vaccino della Pfzier è un vaccino a RNA, diverso da altri in circolazione. C’è chi sostiene che i vaccini a RNA a lungo termine potrebbero avere effetti imprevedibili sull’uomo.
La possibilità che l’acido nucleico RNA possa indurre una risposta immune che sia indipendente dalla risposta nei riguardi della proteina che codifica, fornisce un nuovo meccanismo di difesa contro i virus, che possono usare sia il DNA che l’RNA per conservare la loro informazione genetica.
I vaccini con RNA messaggero hanno ricevuto una notevole spinta quando un paio di studiosi dell’Università della Pennsylvania, Kataline Karikò e Drew Weissman hanno scoperto che modificando i prodotti dell’RNA, i nucleosidi, potevano sfruttare i limiti imposti dalla tecnica inducendo l’aumento di produzione delle proteine da parte dell’RNA messaggero e sopprimere la reazione del sistema immune verso le stesse molecole dell’RNA messaggero. Questa in sostanza è la scoperta fondamentale dei vaccini a RNA messaggero (Margaret Liu, Presidente della società internazionale dei vaccini, Jenner Institute dell’Università di Oxford, che ha sviluppato il vaccino per COVID-19 dell’AstraZeneca).
I ricercatori hanno saggiato clinicamente i vaccini a RNA messaggero per un certo numero di malattie infettive come rabbia, influenza e zika. I due vaccini SARS – CoV2 sono i più avanzati. Infatti, Pfizer/BioNtech e Moderna hanno superato le attese. L’efficacia riportata, maggiore del 90% per entrambi, è stata al di sopra del 50% richiesto dalla Food and Drug Amministration Americana per considerare un vaccino come richiesto per un’autorizzazione di emergenza.
A proposito di vaccini. Ritorna alla ribalta l’interferenza virale del vaccino antinfluenzale con la diffusione del virus. Cosa c’è di vero? Inoltre, Non le sembra strano che l’influenza stagionale sembra essere scomparsa? Si parla solo di Covid.
Considerando che geograficamente, ad esempio questa estate passata per noi, ma inverno in Australia, Nuova Zelanda, Sud Africa, Argentina, Cile, hanno avuto il Coronavirus, ma stranamente non hanno avuto influenza, c’è questa novità, che se suggeriscono di vaccinarsi con vaccino antinfluenzale 2020-21 è inutile! Visto che ormai sappiamo che i soggetti vaccinati sono fragili nei confronti del Coronavirus. Perchè questo virus si attiva in questi soggetti in almeno il 36% dei casi come ha dimostrato il pentagono americano (vedi sito). Tuttavia, se una popolazione ha sempre fatto il vaccino antinfluenzale, non c’è l’abbassamento immunologico di coloro che non hanno mai avuto un vaccino antinfluenzale. Chi non l’ha mai fatto non c’è motivo di farlo adesso, non va somministrato nessun vaccino.
Tutti parlano di questa maledetta terza ondata a gennaio. Ma le scelte del governo sembrano agevolata con aperture e movimento interregionale. Cosa dobbiamo aspettarci da gennaio 2021.
Potrebbe essere l’inizio di un percorso, se altri fossero d’accordo nel seguire questa idea: si tratta di mettere insieme un gruppo di persone libere che con diverse competenze si interroghi su quello che sta avvenendo oggi in Italia e nel mondo a causa di un “ospite indesiderato”, che sta cambiando le nostre vite e con cui probabilmente dovremmo imparare a convivere.
Andrebbe messa in atto la ricetta israeliana di fare circolare il virus tra i giovani e proteggere gli anziani ed i malati. Anche la Svezia ha messo in opera questa ricetta proteggendo anziani e pazienti affetti da altre patologie e il risultato è stato buono. Insomma, l’immunità di gregge è la soluzione. Da noi questo sembra impossibile. Non perché gli svedesi o gli israeliani siano dei marziani, ma perché noi per decenni – a causa soprattutto dei vincoli di bilancio posti dalla UE – abbiamo effettuato forti tagli alla sanità.
Esiste una cura ideata al GOM di Reggio Calabria dal dott. Correale e dott. Macheda. Si tratta nel trattare i malati di polmonite con l’adenosina al 21% per via aerosol che sembra funzionare meravigliosamente. Ma Aifa mette i bastoni tra le ruote. Come giudica l’operato di AIFA fino ad oggi?
Il medico è una figura importante. Ogni azione deve essere intrapresa di concerto con il medico di base. Sicuramente l’alimentazione – in generale e quindi non solo contro il Coronavirus – è fondamentale. Ricorrerei alle vitamine qualora in carenza. Sicuramente bisogna tenere sotto controllo i parametri di Vitamina C, Vitamina B e soprattutto Vitamina D. Evitare il fumo che è sempre nocivo e in questo caso può creare complicanze serie. Si da oggi importanza anche alla lattoferrina.
Conosco la terapia adottata all’Ospedale di Reggio Calabria, ma non in maniera approfondita, aspetto di leggere un lavoro pubblicato.
Per quanto riguarda l’AIFA solo per stigmatizzare sui dati più recenti ha dato il via libera al tocilizumab per poi bloccarlo dopo la fase sperimentale, non ha dato il nullaosta all’ossiclorochina per essere poi sconfessata dal consiglio di stato e non è stata in grado di prendere posizione netta con la sieroterapia. Pertanto, giudico non all’altezza della situazione il suo operato per l’attuale epidemia da COVID