L’Alzheimer’s Association premia per la seconda volta con un prestigioso grant un progetto di ricerca targato Sapienza
Selezionato e finanziato il progetto del team guidato da Eugenio Barone del Dipartimento di Scienze biochimiche A. Rossi Fanelli
Il progetto “Unravelling a novel mechanism favoring brain insulin resistance development”, coordinato da Eugenio Barone del Dipartimento di Scienze biochimiche A. Rossi Fanelli, è stato selezionato e finanziato per la seconda volta dall’Alzheimer’s Association.
L’associazione, fra le più importanti in ambito internazionale nella lotta contro l’Alzheimer e molte altre malattie neurodegenerative, si impegna da oltre trent’anni a favorire il progresso della ricerca, a migliorare l’assistenza ai malati, nonché a ridurre il rischio di demenza attraverso la promozione della salute del cervello.
Il progetto targato Sapienza, che ha superato gli step valutativi con punteggio elevato, ha l’obiettivo di analizzare l’evoluzione temporale delle alterazioni molecolari cui va incontro il segnale dell’insulina nel cervello durante lo sviluppo della malattia di Alzheimer con particolare riferimento alle alterazioni mitocondriali.
Negli ultimi anni, grazie anche al lavoro di ricerca svolto nel laboratorio di Eugenio Barone, è stata evidenziata una forte associazione tra le alterazioni del segnale dell’insulina e il deficit energetico a livello cellulare causato da un anomalo funzionamento dei mitocondri (la centrale energetica delle nostre cellule). Queste alterazioni, quando si verificano a livello cerebrale promuovono l’insorgenza di malattia neurodegenerative, prima fra tutte la malattia di Alzheimer. Normalmente, infatti, l’insulina, oltre alle classiche e note funzioni di regolazione del metabolismo glucidico e lipidico, svolge un ruolo fondamentale nella regolazione dei processi biochimici alla base delle funzioni cognitive che includono la memoria e l’apprendimento.
“Per tale motivo – spiega Eugenio Barone – difetti nella risposta delle cellule neuronali agli effetti dell’insulina, noti come insulino-resistenza cerebrale, sembrano contribuire in maniera considerevole allo sviluppo della demenza che caratterizza la malattia di Alzheimer. Fino a oggi, però, i meccanismi molecolari che legano insulino-resistenza e alterazioni mitocondriali non sono stati sufficientemente valutati. Il nostro progetto avrà proprio lo scopo di analizzare un nuovo meccanismo molecolare, di cui abbiamo già diversi dati preliminari, al fine di chiarire aspetti centrali della regolazione dell’attività mitocondriale a livello cerebrale da parte dell’insulina”.
La malattia di Alzheimer (AD) rappresenta una delle principali patologie neurodegenerative dell’età adulta caratterizzata da difetti della memoria che progressivamente progrediscono verso uno stato di demenza. Secondo l’ultimo report dell’Alzheimer Association circa 47 milioni di persone nel mondo sono affette da questo tipo di patologia e il numero è destinato a raggiungere i 75 milioni di casi nel 2030 e i 130 milioni nel 2050, in assenza di interventi adeguati.
FONTE: uniroma1.it
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