In libreria c’è “Un tango per me”
Un vissuto giovanile nella complessa realtà napoletana del trentennio post-sessantottino
Jan-Lylith Albano è lo pseudonimo scelto da un medico ricercatore al suo esordio letterario.
Il carattere estroverso, empatico e sognatore forgiato in un vissuto giovanile nella complessa realtà napoletana del trentennio post-sessantottino, plasmava la personalità Jan-Lylith sin dalla sua infanzia. Emergeva cosi un personaggio molto complesso, avido di conoscenza ed eclettico, con una forte propensione alla socialità e alla tendenza a ribellarsi a tutto ciò che contrastava con la sua idea di morale. La passione per gli studi scientifici, la laurea in medicina e l’inizio di una carriera professionale in campo oncologico e nella ricerca clinica e sperimentale, conducevano Jan-Lylith a combattere numerose battaglie personali e professionali in un mondo accademico complesso e ostativo.
La tenace passione per la ricerca sostenuta da una crescente inquietudine, spinse Jan-Lylith a trasferirsi negli Stati Uniti d’America. Qui iniziò la carriera scientifica presso il prestigioso National Cancer Institute/National Institute of Heath di Bethesda, nel Maryland. Per diversi anni si occupò di terapie oncologiche innovative con l’obiettivo di diventare un scientist, cioè, un professionista della ricerca. I successi professionali, tuttavia, non riuscirono a compensare la crescente nostalgia del paese natale. Gli affetti lasciati, la diversità culturale e sociale e l’impareggiabile bellezza dell’Italia diventarono in un richiamo irresistibile per Jan-Lylith che alla fine cedette e accettò di trasferirsi in Toscana alla fine degli anni novanta. Qui tornò a esercitare la professione medica continuando le sue ricerche in ambiente oncologico accademico. Nonostante le difficoltà, anche in Italia riuscì pubblicare numerosi lavori, partecipando al disegno e alla sperimentazione di terapie innovative e alla creazione di nuovi farmaci biologici.
Nella sua ventennale permanenza in Toscana, Jan-Lylith ha dovuto affrontare dolorose vicende familiari e lavorative che hanno, condizionarono progressivamente le sue prospettive di carriera e cambiato molte delle sue priorità. Jan-Lylith, tuttavia, nel momento più oscuro della vita, scopriva la potenza del tango e lasciandosi trascinare in quel mistico universo melodico e sociale, ha avuto la possibilità di rimettersi in gioco, imparando a gestire la sua inquietudine e la sua complessità. È in quell’ambiente insospettabile che conobbe il suo grande amore e da li iniziò il suo riscatto personale e professionale.
Jan-Lylith oggi dirige un importante centro oncologico nell’Italia meridionale e continua a esercitare e a raccontare con passione le sue storie.