Elezioni Regionali, i figli e i figliastri di Zingaretti
Il segretario nazionale del PD in Calabria dice ‘No’ a Oliverio in Calabria ma accoglie a braccia aperte Bonaccini in Emilia Romagna
CATANZARO – In vista delle elezioni regionali, e appurato i ritardi dei vari partiti e coalizioni, nelle ultime ore si sta registrando un grande fermento. I Democrat quelli avversi al governatore Mario Oliverio, hanno puntato tutto su Florindo Rubbettino dando il benservito all’attuale presidente della regione Calabria, che però non retrocede di un passo e si prepara ad affrontare la competizione elettorale forte del sostegno di moltissimi circoli PD calabresi, di oltre 250 sindaci, da liste civiche e da sigle partitiche del centrosinistra.
Ma questa “guerra interna al PD” ha dei risvolti quasi surreali. Il PD aveva inizialmente liquidato la pratica Oliverio perché era ostativo ad un accordo con il M5S che invece ha dato a sua volta il benservito al PD di Zingaretti. “Siamo alternativi a PD e Oliverio” annunciano i grillini comunicando contestualmente che la piattaforma Rousseau verrà utilizzata nei giorni prossimi per scegliere il candidato governatore e i candidati consiglieri. Nonostante tutto Zingaretti, Oddati e Graziano non hanno voluto sentir parlare di Oliverio, che gli aveva comunque teso una mano, puntando dritto verso Florindo Rubbettino che a breve scioglierà le riserve. Scelta anticipata da un bizzarro sondaggio su Oliverio.
Su questa cosa occorre aprire una parentesi con due semplici domande. La prima: perché il Pd fa un sondaggio su un proprio rappresentante e non su se stesso? La seconda: Ma se il sondaggio su Oliverio esprime (improbabili) basse percentuali di gradimento quanto è il gradimento del PD di Zingaretti in Calabria visto che attraverso il consiglio regionale attuale, in cui sono maggioranza, hanno governato la Calabria? Guardando alle scelte del Nazzareno non si può fare a meno di notare come siano stati fatti “figli e figliastri” perché mentre in Calabria si dice ‘No’ a Oliverio in Emilia Romagna si accoglie a braccia aperte la ricandidatura del presidente uscente Stefano Bonaccini.
Proprio per tale motivo i democrat fedeli a Oliverio non saranno alla assemblea del partito a Bologna. Insomma da qualunque parte si vuol guardare questa vicenda non si riesce a trovare un solo motivo politico utile a giustificare l’avversione di Zingaretti a Oliverio. A questo punto le elezioni saranno l’evento supremo che sanciranno chi in tutta questa strana vicenda ha avuto ragione. Ma visti i risultati raccolti finora dal segretario nazionale piddino (Leopolda, Umbria ecc.) non è difficile capire come andrà a finire.