Giuseppe Aieta a pensa a Renzi: “Quelli che erano renziani adesso fanno finta di non conoscerlo”
Il consigliere regionale del Pd fa un versamento a favore di Italia Viva e fa una riflessione che potrebbe preludere un passaggio tra le fila renziane subito dopo le lezioni regionali
CATANZARO – Che sia sempre stato un estimatore di Matteo Renzi non lo ha mai nascosto, ma la nota giunta proprio oggi quando le strade tra il Pd e Mario Oliverio si sono divise definitivamente forse lascia preludere un passaggio, subito dopo le elezioni regionali del gruppo del presidente della giunta regionale in Italia Viva. Stiamo parlando di Giuseppe Aieta, da sempre considerato un fedelissimo di Mario Oliverio che da ieri, dopo le parole di Zingaretti in risposta alla conferenza stampa del governatore, è ufficialmente in contrapposizione al suo Pd (LEGGI QUA). Il consigliere regionale in quota PD ha manifestato la sua amarezza per aver riscontrato un ammutinamento, tanto per usare un eufemismo, nei confronti del leader di Italia Viva, Matteo Renzi (dopo la vicenda dei finanziamenti alla FONDAZIONE OPEN), da parte di coloro che si reputavano renziani di ferro quando nel Pd a fare il bello e il cattivo tempo era proprio il Matteo democrat. Vi riproponiamo integralmente quanto esternato da Aieta sul suo profilo social:
“A Milano, qualche giorno fa, spiegando la macelleria mediatica in cui lo hanno trascinato, Renzi ha espresso la sua amarezza per il silenzio assordante che in questi giorni sta registrando intorno alla sua persona e alla vicenda dei finanziamenti alla Fondazione Open.
Erano tutti renziani fino ad un anno fa, ora tutti fanno finta di non conoscerlo e tacciono. Bene, io ho aderito al PD quando Renzi – unico tra i segretari – ha avuto il coraggio di aderire alla grande famiglia del socialismo europeo; io sono stato al Big Bang con soli altri due Sindaci calabresi, Luca Branda di Sant’Agata d’Esaro e Giuseppe Rizzo di Cerzeto e poi sono arrivato tutti quelli che adesso tacciono; Renzi é stato a visitare il Porto di Cetraro perché realizzato dopo 50 anni; sono stato alla Leopolda ogni anno tranne l’ultimo. Quindi lo conosco e sono onorato di averlo conosciuto perché rimane un grande Sindaco e un grande leader del riformismo europeo. Io, a differenza di altri che hanno beneficiato della sua leadership, lo difendo per un principio di libertà. Quello che sta capitando in questi giorni ha dell’incredibile. Pertanto, proprio perché non appartengo alla schiera dei codardi, ho deciso di fare un versamento (lo trovate nelle foto) a #ItaliaViva, pur non essendo iscritto, per manifestare il mio sentimento di solidarietà. Fare politica significa avere spina dorsale e schiena dritta, un pensiero autonomo e libero e il coraggio di esprimerlo“.
Nell’analizzare le parole di Aieta, non viene difficile ricollegarsi alla vicenda calabrese che vede ormai Zingaretti e Oliverio su strade diverse che portano il governatore della Calabria fuori dal Pd. Le parole del segretario nazionale dem di qualche giorno fa parlano chiaro: “Chi non sostiene Callipo e sostiene Oliverio è fuori dal partito”. Detto questo, Aieta, che non ha mai abbandonato Oliverio nei momenti di difficoltà, è rimasto al suo fianco anche in questa ultima battaglia elettorale perché sarà uno dei consiglieri regionali a ricandidarsi tra le fila del presidente uscente, ponendosi, per parafrasare le parole di Zingaretti, al di fuori del PD. E’ chiaro che una tale situazione fa sorgere un problema di collocazione partitica, non solo di Aieta, ma di tutti coloro che hanno fatto la sua stessa scelta, Mario Oliverio in primis. Così, questa nuova levata di scudi a favore di Renzi potrebbe lasciare intuire che a elezioni concluse Aieta e tanti altri potrebbero passare in massa in Italia Viva. Il disinteresse apparente di Renzi alle elezioni regionali (Italia Viva non dovrebbe presentare liste proprie in Calabria) potrebbe rispondere ad una precisa tattica politica di tipo attendista che poggia su accordi politici forse già presi. Oliverio, forte del sostegno della maggior parte dei circoli Pd calabresi potrebbe portare in dote a Renzi un bagaglio di voti non indifferente, addirittura più consistente di quello che il Pd riuscirà a raccogliere il 26 gennaio. Questa non è una ipotesi assai peregrina che se dovesse concretizzarsi aprirebbe nuovi scenari non solo a livello regionale ma anche a livello nazionale. Oliverio, così, potrebbe continuare ad essere l’uomo forte del centrosinistra in Calabria con buona pace di Zingaretti, Oddati e Graziano. Vedremo cosa accadrà.