Coronavirus – Aggiornamento sull‘uso del Tocilizumab nell’ospedale di Cosenza
I medici dell’Annunziata sono già all’opera per l’utilizzo del farmaco facendo do necessità virtú
COSENZA – Dopo avervi aggiornato sull’uso del farmaco Tocilizumab (LEGGI QUA) abbiamo approfondito la notizia è abbiamo appreso che il suddetto farmaco, al momento fornito all’ospedale Annunziata di Cosenza in modo compassionevole da Roche (azienda farmaceutica), è già in uso. Ma da quello che abbiamo appreso è che i medici (veri eroi) stanno facendo di necessità virtú di quanto oggi a loro disposizione. Cosa vuol dire? Vuol dire che al momento la terapia aggressiva in atto già allo Spallanzani e al San Matteo, non può essere applicata perché il Tocilizumab, utilizzato in fiale, non è ancora disponibile. Quindi i medici stanno adottando una strategia diversa, una sorta di protocollo che forse è unico in tutta Italia. Di cosa si tratta? Si tratta dell’utilizzo sub cutaneo del principio attivo del farmaco che viene utilizzato nelle cosiddette terapie di mantenimento nei pazienti afflitti da artrite reumatoide. In parole povere anziché la terapia d’urto endovenosa si sta applicando, per i motivi sopra esposti, la terapia di mantenimento che prevede un dosaggio più basso che ha un assorbimento più lento e graduato e quindi per i suoi effetti occorre aspettare non le canoniche 24/48 ore, ma almeno 4-5 giorni.
Tuttavia i medici sembrano mostrare un cauto ottimismo nella riuscita di questa tecnica. Al momento il farmaco è stato utilizzato, come ovvio che fosse, sia per i pazienti in terapia intensiva che su alcuni ospedalizzati con sintomi. Sui primi l’utilizzo del farmaco è quello di inibire al virus l’utilizzo della Interleuchina-6, la sostanza infiammatoria che il Coronavirus utilizza per provocare la polmonite virale primaria, in quelli ospedalizzati con sintomi lo scopo è quello di evitare la degenerazione dell’azione aggressiva del virus e quindi l’insorgenza della polmonite interstiziale. Tutto questo, che comunque suscita cauto ottimismo, verrà tenuto in piedi fin quando gli ospedali calabresi non saranno effettivamente riforniti delle fiale utile per la terapia d’urto e per i quali è stato effettuato l’ordine che verrà evaso e consegnato entro lo stretto giro di qualche giorno.