Coronavirus Calabria – Sarebbe il caso di accogliere la mano tesa della sanità privata
In una situazione di totale emergenza che sta cominciando a manifestarsi in tutta la sua drammaticità con l’aumento dei casi di contagio, con la chiusura di due paesi (Montebello J.e San Lucido) la Calabria è fortemente in ritardo non solo a causa della insufficienza della rete ospedaliera ma anche nella fase di attuazione del potenziamento della stessa. Dei 400 posti letto di terapia intensiva e sub intensiva previsti dal piano regionale emergenziale ancora non vi è traccia. Con 116 casi accertati e con quasi la metà ricoverati già il sistema ospedaliero è in tilt. Se quasti fossero stati i numeri registrati in Lombardia non avrebbero nemmeno segnalato l’allarme da Coronavirus.
L’Annunziata è satura, il Pugliese altrettanto gli altri ospedali aspettano di essere attrezzati con i ventilatori polmonari e con i monitor e posti letto. Nel frattempo mancano i Dpi che stanno riducendo al minimo l’operatività dei sanitari del 118 e la gente oltre ad essere impaurita comincia ad essere incazzata. Tralasciando le cazzate degli ignoranti e dei saccenti di Facebook, che aprono bocca, anzi muovono le dita sulla tastiera, per dar sfogo alle loro frustrazioni personali che vengono fuori maggiormente in condizioni di maggior stress come questo, l’arrabiatura di cui dicevamo si manifesta anche sui social così sono sempre più gli interrogativi che i cittadini inoltrano alle autorità competenti. Al di là di sterili e inutili proclami, anche sconclusionati quando si è trattato di affrontare il delicato caso “San Lucido” non si capisce come mai le stesse istituzioni che hanno il dovere di partecipare alla gestione della emergenza Covid19 non si attivino per sfruttare lo sfruttabile. A cosa ci riferiamo? Ci riferiamo alla disponibilità offerta dalle strutture sanitarie private. Un esempio su tutti è la disponibilità data nei giorni scorsi dal gruppo iGreco che ha messo a disposizione le proprie cliniche, attrezzatissime, per accogliere pazienti affetti da Covid19. Potrebbe essere una soluzione tampone che consentirebbe di prendere tempo e allestire i posti di terapia intensiva previsti dal piano straordinario della Regione. Qualcuno insinua che sotto vi siano degli ostacoli di natura politica per l’attivazione di questa procedura.
Noi siamo portati invece a pensare che vi sia approssimativismo perché se dovessimo pensare ad ostacoli politici di qualunque sorta in un momento delicatissimo e drammatico come questo dovremmo pensare a disobbedire alla quarantena e scendere tutti in strada per una rivoluzione nel termine classico del termine. Una lancia va spezzata in favore della presidente Jole Santelli che non solo ha ereditato questa situazione dalle gestioni passate ma ha agito finora con determinazione. La chiusura di San Lucido e Montebello Jonico ne è una dimostrazione. Per quanto sofferta possano essere queste decisioni sono le sole da poter adottare per evitare la diffusione ulteriore e megascopica del virus. Se i rappresentanti del governo nazionale avessero adottato queste misure sin dal primo giorno chiudendo ad esempio i confini della Lombardia, non ci saremmo trovati in questa situazione. Invece a che cosa abbiamo assistito? Abbiamo assistito a Salvini che chiedeva il rilancio della economia e a non fermare il sistema Italia. Abbiamo assistito ai patetoci e pericolosi aperitivi di Zingaretti, reo tra l’altro di aver chiuso nel Lazio ben sei ospedali di cui uno specializzato in pneumologia e malattie infettive. Praticamente uno scienziato.
Adesso tutti a correre ai ripari. #iorestoacasa e #andràtuttobene adesso sono i tormentoni che dovrebbero infondere tranquillità agli italiani. Bene cari signori politici vi sveliamo une segreto: nonostante gli hastag gli italiani non sono per nulla tranquilli. Non lo sono quelli del nord, quelli del centro e quelli del sud. Avete toppato anche questa volta. Invece di perder tempo con slogan reperite il materiale per allestire le rianimazione. Anche su questo ci sarebbe un punto interrogativo (nota per i pochi saccenti di Facebook-il punto interrogativo è diverso dal punto esclamativo per la differenza consultare eventualmente Google) ed ossia: Possibile che in Italia non vi sia una sola azienda, una sola fabbrica (piccola o grande che sia) che produca ventilatori polmonari, monitor per la terapia intensiva o altro materiale del genere? Non è possibile. Una ad esempio è la Siare Engineering, alle porte di Bologna. Azienda già nota al governo che l’ha già contattata solo che i ritardi si moltiplicano perché la Consip deve fare le gare e gestire le procedure corrette. La cosa che ci viene da pensare è: Ma per cortesia smettetela! (nota per i pochi saccenti di Facebook questa è una affermazione con punto esclamativo). Ritornando al nostro presidente di regione, al di là del decisionismo perfetto e apprezzabile, non possiamo che notare che risulta essere con le mani legate perché gli mancano gli strumenti per affrontare questa guerra. E lei le sta provando tutte per poterle reperire in tempi rapidissimi il materiale necessario per affrontare l’emergenza. Quindi merita la nostra stima. Ma acquisterebbe ancora più punti, soprattutto in termini di gradimento tra i calabresi se decidesse di accogliere le disponibilità arrivata dalla sanità privata. Siamo certi che non potrà che essere la strada giusta in attesa dell’allestimento dei 400 nuovi posti previsti per la sanità pubblica. Questo è il nostro modesto suggerimento. Forza e coraggio, ma questa volta senza hastag.