Cardiologia dello Spoke Paola e Cetraro: un altro intervento innovativo
Si tratta del dispositivo S-ICD, un apparecchio salvavita in grado di interrompere delle aritmie mortali per il paziente tramite un’appropriata scarica elettrica
PAOLA – Quando si parla di sanità d’eccellenza occorre riempire questa parola di contenuti e di contenuti ne ha sicuramente il reparto di Cardiologia-Utic dello Spoke del tirreno cosentino, diretto dalla dottoressa Maria Teresa Manes dove dopo molti anni si è tornati ad impiantare dispositivi salvavita che sono una evoluzione tecnologica e medica dei pacemaker. Si tratta di impianti sottocutanei che si avvalgono di una chirurgia mininvasiva che utilizza un sistema che consente di intervenire in casi di crisi cardiaca come un vero e proprio defibrillatore e quindi agire come un vero e proprio salvavita. L’S-ICD è stato impiantato per la prima volta nello Spoke Paola-Cetraro dall’equipe medica guidata proprio dalla dottoressa Manes che ce ne ha spiegato il suo funzionamento. Di cosa si tratta nello specifico? “L’S-ICD e’ un apparecchio salvavita in grado di interrompere delle aritmie mortali per il paziente tramite un’appropriata scarica elettrica, lasciando intatti il cuore ed i sistemi vascolari. La Cardiologia di Paola-Cetraro con questo ultimo intervento si affianca agli altri centri di elettrostimolazione nel dare una risposta completa ai pazienti affetti da patologie del ritmo cardiaco o a pazienti con cardiomiopatie, nel rispetto assoluto delle attuali linee guida nazionali ed internazionali”.
I defibrillatori transvenosi sono così chiamati perche’ impiantabili attraverso gli accessi vascolari venosi, hanno salvato la vita di pazienti a rischio di morte improvvisa. Come funziona? “Il sistema S-ICD è il primo e unico defibrillatore impiantabile sottocutaneo che fornisce protezione da arresto cardiaco improvviso. A differenza degli ICD transvenosi, il sistema SICD utilizza un elettrodo sottocutaneo e analizza il ritmo cardiaco per rilevare in modo efficace, discriminare, e convertire l’episodio di tachicardia ventricolare o di fibrillazione ventricolare. Si tratta in sostanza di un dispositivo che viene inserito sottopelle che per le sue caratteristiche offre ai pazienti un’alternativa rispetto a molti defibrillatori tradizionali”. Tra coloro che intervengono per impiantare questi innovativi dispositivi salvavita vi è il Dott. Emilio Vanzillotta che ci ha spiegato il metodo utilizzato per sistemare l’impianto sui pazienti.
“L’S-ICD – spiega il Dott. Vanzillotta – è interamente sottocutaneo e può essere impiantato utilizzando solo punti di riferimento anatomici, eliminando così la necessità di fluoroscopia con una riduzione di esposizione alle radiazioni per il paziente, e solo un’ora di tempo per l’impianto. In sostanza viene fatta un’incisione per posizionare il generatore di impulsi sulla linea medioascellare, tra il 5° e 6° spazio intercostale.
L’elettrodo viene quindi inserito attraverso due tunnel sottocutanei (dalla tasca all’incisione xifoide e dalla xifoide all’incisione superiore)”.
La maggiore e completa qualita’ della risposta assistenziale da parte di una struttura ospedaliera del Servizio Sanitario Nazionale non puo’ che essere un motivo di rassicurazione per tutti gli abitanti dell’alto tirreno Cosentino ed un motivo di soddisfazione per i vertici aziendali dell’ASP di Cosenza Il tutto si realizza grazie ad un incessante lavoro del gruppo dei dirigenti medici , cardiologi qualificati , degli infermieri e degli OSS della Cardiologia di Paola , del coordinatore infermieristico A. Garritano.