CORONAVIRUS: Conte fa marcia indietro. Chiusura scuole solo per regioni focolai

I presidenti di regione non interessate direttamente al CODV-19 speravano nella estensione del decreto su tutto il territorio nazionale.

ROMA – Le Marche, la Calabria e molte altre regioni d’Italia non rientranti nella emergenza governativa rimangono fuori dal decreto del presidente del consiglio. Molte regioni ieri avevano preso una decisione autonoma per quanto riguarda la chiusura delle scuole che era stato congelato dallo stesso primo ministro che aveva lasciato intendere che avrebbe prima discusso nella conferenza stato-regioni (stamani ore 10) e poi allargato il provvedimento governativo a tutto il territorio nazionale. Una decisione questa per evitare disomogeneità in ambito nazionale. Alla fine tutto ciò non si è verificato e il Dpcm è rimasto invariato e quindi  riguarderà solo le “regioni focolai”. Una decisione che ha mandato su tutte le furie diversi presidenti di regione uno su tutti quello della Lombardia che ha asserito che: “Conte è un ignorante nel senso che ignora che la regione Lombardia ha seguito le linee guida del ISS”.

LE DICHIARAZIONI DEL PREMIER

Conte qualche ora fa ha dichiarato:

“Possiamo sospendere i viaggi di istruzione ma non ha ragione di esistere la sospensione delle attività scolastiche e produttive” nelle zone non direttamente interessate da un focolaio di coronavirus”.

LE ALTRE REGIONI

Non si fanno attendere le reazioni nelle altre regioni escluse da Dpcm.

In Sicilia:

L’università di Palermo, in riferimento all’emergenza coronavirus, ha disposto di posticipare l’inizio delle lezioni dal 2 marzo al 9 marzo in tutte le sedi dell’ateneo, comprese le sedi decentrate; si valuterà contestualmente la possibilità di rendere fruibile in modalità a distanza l’attività didattica, laddove le condizioni lo rendessero necessario.

Vedremo come si evolverà la situazione.