Coronavirus – La parola “normalità” non può essere la regola. Il contagio di Zingaretti dovrebbe insegnarci qualcosa.
Chi ha responsabilità politiche e di governo dovrebbe essere più cauto nel professare ottimismo in questo particolare momento contingente
Quando si dice che la comunicazione a tutti i costi ottimistica è un errore lo dimostra il fatto che oggi il leader del PD, Nicola Zingaretti abbia annunciato di essere positivo al Coronavirus. Permettiamo che ci dispiace di questo contagio come ci dispiace per coloro che lo hanno contratto, per coloro che sono ospedalizzati, per coloro che sono in terapia intensiva ma soprattutto per quelli che ci hanno lasciato a causa del COVID-19. Ma perché tiriamo in ballo Zingaretti? Perché proprio lui è stato uno dei tanti sostenitori dell’assurda campagna mediatica messa in atto dai rappresentanti del governo e ultimamente dal sindaco di Milano, Beppe Sala, che invitava a fare la vita di tutti i giorni, coniando uno spot che aveva lo scopo di aiutare l’economia della città lombarda, uno slogan che invitava la gente “a uscire e farsi un aperitivo” come se non fosse successo niente. Proprio Zingaretti in modo superficiale aveva accolto questo appello recandosi a Milano e farsi ritrarre in compagnia di giovani all’interno di un bar a consumare questo assurdo aperitivo al tempo del Coronavirus. Ciò accadeva solo pochi gironi fa, con la precisione il 27 febbraio scorso. Una occasione questa postata dal segretario del PD con una foto sul suo profilo Facebook attraverso cui inneggiava alla normalità con un un commento che diceva: “Parola d’ordine: normalità!
Un aperitivo a Milano, ho raccolto l’appello lanciato dal sindaco Sala e dal Pd Milano.
Non perdiamo le nostre abitudini, non possiamo fermare Milano e l’Italia.
La nostra economia è più forte della paura: usciamo a bere un aperitivo, un caffè o per mangiare una pizza.
Coraggio, reagiamo e uniti ce la faremo!”
Oggi, sapendo del suo contagio ci viene da pensare quanto sia stato superficiale e quanto lo sia ancora questo tipo di comunicazione, qualora dovesse persistere. Soprattutto oggi che la Lombardia viene messa sotto chiave. Ci domandiamo se quei ragazzi con cui Zingaretti ha preso l’aperitivo, oggi che sono a conoscenza della sua positività al COVID-19, siano ancora convinti che si possa andare a prendere un aperitivo, viaggiare, andare in discoteca, insomma fare la vita di prima. Ci chiediamo se adesso quegli stessi ragazzi abbiano paura di essere stati contagiati a loro volta.
Ci chiediamo se il segretario del PD sia ancora convinto che sia stato saggio assumere la posizione della “normalità” di una vita con il Coronavirus in agguato, o con la Lombardia isolata dal resto dell’Italia. Capiamo le esigenze economiche della nostra nazione ma c’è di mezzo la salute di tutti e forse sarebbe opportuno assumere un atteggiamento molto ma molto più prudente e questo atteggiamento dovrebbe provenire proprio da chi ha il compito di guidare la nostra nazione. Auguriamo a Nicola Zingaretti una pronta ripresa.