Dire NO alle mafie è un dovere civile e morale

Oggi la “giornata della memoria e dell’impegno” organizzata dalla amministrazione comunale nel ricordo di Tonino Maiorano e delle vittime della ndrangheta

PAOLA – Che cosa è la mafia o cosa sono le mafie? Sarebbe una bella domanda, la prima che si dovrebbe porre ai ragazzi delle scuole all’interno di un processo di educazione civica contro il fenomeno criminale che attanaglia ad ogni latitudine la vita dei cittadini. Sí, nelle scuole. Si dovrebbe partire proprio dalle scuole per formare le giovani e immacolate coscienze dei nostri figli ad affrontare un processo di vita lungo e tortuoso, pieno di insidie con la giusta corazza forgiata nelle due fucine fondamentali che portano il nome di famiglia e scuola. Rigettare, ripudiare, ed anche rinnegare con pentimento quello che è il vero cancro della nostra società è un atto di civiltà, tra i più alti e fondamentali. Il fenomeno mafioso è furbo, è subdolo, è mutevole ed inganna. Oggi vestita da perbenista la ritrovi ovunque soprattutto dove meno te lo aspetti e quindi diventa fondamentale capirne i concetti le sfumature per poterla riconoscere. Uomini come Rocco Chinnici, Paolo Borsellino, Giovanni Falcone, Carlo Alberto Dalla Chiesa e molti altri hanno lottato fino allo stremo sacrificio per frapporsi tra questo fenomeno aberrante e i cittadini proprio a fare da scudo, a proteggere a difendere. Sì a difendere i cittadini, perché tutti possiamo essere, anche per un caso fortuito coinvolti in prima persona in episodi dettate da logiche a noi del tutto estranee.

Tonino Maiorano

Lo è stata ad esempio la sventura che ha colpito Tonino Maiorano e di conseguenza l’intera famiglia. Un uomo perbene, un marito amorevole e un padre esemplare che per uno scambio di persona è stato assassinato mentre si trovava sul posto di lavoro. Tutto questo non è accettabile, tutto questo è orrendo e tutti coloro che si reputano nella vita persone perbene hanno il dovere di opporsi a queste forme di criminalità. Lo si deve fare non nel privato ma alla luce del sole, ognuno per il proprio grado di responsabilità ricoperto nella società, nelle istituzioni, nella vita di tutti i giorni. Lo devono manifestare soprattutto chi ricopre cariche pubbliche attraverso gli atti, i comportamenti, le parole perché a loro è stata data la responsabilità di guida.

Qualcuno dirà che le parate di facciata, le commemorazioni servono tanto quanto. È vero, ma è altrettanto vero che queste hanno il compito di mantenere viva la memoria, il ricordo, l’esempio da trasmettere alle nuove generazioni. Ed allora ben ha fatto l’amministrazione comunale a rinnovare l’appuntamento del 21 luglio, per ricordare quel triste giorno di 16 anni fa, bene ha fatto l’amministrazione comunale a inserire nella “giornata della memoria delle vittime delle mafie” tutti coloro che in modo innocente hanno perso la vita per mano mafiosa. Bisogna salutare con soddisfazione anche la partecipazione alla giornata di oggi di un baluardo della lotta contro la criminalità mafiosa che non a caso oggi ricopre un ruolo istituzionale nella giunta regionale, parliamo di Sergio De Caprio. Sarebbe giusto e saggio ascoltare le sue parole oggi che si ha la possibilità di incontrarlo di persona perché una cosa sono le fiction televisive e ben altra cosa sono le esperienze personali, i sacrifici, i rischi le rinucie perpetrate da questi eroi dei nostri giorni che hanno condotto alla vittoria ancora incompleta dello stato sul fenomeno mafioso contro il quale continuano a lottare magistrati e appartenenti alle forze dell’ordine seri e coraggiosi. Allora ecco l’appuntamento organizzato dalla amministrazione comunale di Paola. Non occorre solo leggere la calanderizzazione degli eventi previsti per oggi ma sarebbe cosa saggia, sarebbe un dovere civico parteciparvi a testimonianza del NO che abbiamo l’obbligo di gridare con tutte le nostre forze al cancro chiamato mafia.