Elezioni Regionali – Di Maio e Zingaretti smentiscono loro stessi. Il centrodestra è attendista e i candidati civici proliferano
La situazione risulta ancora confusa con i leader di Pd e M5S che cambiano idea continuamente e con il centrodestra alla ricerca della unità
CALABRIA – Ormai è certo, ma lo era già da diverso tempo, in Calabria come in Emilia Romagna, si voterà il 26 gennaio ma nonostante tutto la situazione relativa alle candidature e alle coalizioni sembra essere molto incerta. Dalla lettura che si riesce a dare, sforzandosi di intravedere tra le nebbie dei partiti, si comprende che allo stato attuale vi siano solo tre nomi certi e di conseguenza tre coalizioni pronte alla competizione elettorale. Il primo è quello del governatore uscente, Mario Oliverio, che attende solo che il Pd possa scegliere la via del dialogo, ma visti i tempi ristretti e le ultime notizie che giungono da Roma questa speranza appare, per usare un eufemismo, improbabile. Questo tuttavia, non impedirà al presidente della regione di andare avanti e presentarsi all’elettorato calabrese con liste proprie che includono pezzi del partito democratico, simboli del centrosinistra canonico, Idm e liste civiche. L’altro nome certo è quello di Carlo Tansi che è ormai in campagna elettorale da più di un mese. L’ex capo della protezione civile calabrese è una espressione civica che avrà a supporto almeno tre liste. Un altro nome certo, almeno per quanto annunciato dal diretto interessato, è quello di Maurizio Talarico. Quella del “re delle cravatte” è una candidatura che nasce in modo a dir poco bizzarro. Cercato inizialmente dal Pd aveva risposto di ‘NO’ per impegni professionali, per poi ripensarci subito dopo il diniego di Florindo Rubbettino (ennesimo imprenditore cercato dal Pd). Un dietrofront che non è piaciuto a Zingaretti che allo stato attuale naviga a vista in stato confusionale. Talarico con o senza il Pd ci sarà con delle lise civiche, almeno questo è quanto annunciato ma a questo punto, visti i cambi di idee profusi in queste ultime settimane, occorre aspettare l’ufficialità. In tuttto questo il Codacons, per rendere ancora più frastagliata la situazione, lancia il proprio candidato presidente regionale, Francesco Di Lieto, alle prossime elezioni in Calabria. Dopodiché il nulla. Anzi il nulla condito da vicenda surreali meritorie di pagine di rotocalchi più che di politica. Vediamo perché. A tenere banco sono sempre gli stessi, i piddini e i pentastellati.
Di Maio sembra, nonostante il voto sulla Rousseau, chiaramente in stato confusionale tanto quanto Zingaretti. I due si avvicinano, si allontanano, si rincorrono in un circolo vizioso che ha dell’assurdo. Qualche giorno fa, a pochi minuti dalla chiusura delle votazioni sulla partecipazione alle votazioni di Calabria e Emilia Romagna, il capo politico dei Cinquestelle aveva annunciato (suo malgrado) che: “Il Movimento Cinquestelle ci sarà sia in Calabria che in Emilia Romagna perché così ha deciso la base. Ci sarà con delle liste proprie e con un candidato presidente in Calabria, già individuato che è espressione della società civile”. Poi con altrettanta spontaneità aveva asserito: “Andremo da soli!” (sotto riproponiamo il VIDEO delle dichiarazioni di Di Maio) Capitolo chiuso? Ma neanche per idea. Le ultime news dicono che Di Maio sembrerebbe averci ripensato. Ma neanche questa è una novità ormai. Voci insistenti parlano di un riavvicinamento tra Pd e M5S sia in Calabria che in Emilia Romagna, così ancora una volta Di Maio smentisce se stesso. Ma il problema per il capo politico pentastellato è duplice. Il primo riguarda le due candidature a presidente. In Calabria essendo i partiti orientati verso una svelta civica il compromesso sarebbe più facile, magari i due partiti troveranno un nuovo candidato superando quello attuale dei Cinquestelle o magari Zingaretti si adeguerà al nome di Francesco Aiello che nel frattempo è in fase di riflessione.
Il secondo riguarda “la scelte civica” che continua a mantenere vivo il dissenso tra Di Maio e i parlamentari grillini calabresi, in particolare tra Di Maio e il duo Morra-Nesci (Leggi QUA). In Emilia Romagna la situazione sembra essere molto più complicata visto che il Pd ha ricandidato un politico ossia il presidente uscente Bonaccini. La situazione non sembra di facile soluzione. Sul fronte centrodestra si lanciano e si rilanciano candidature, Sergio Abramo, Wanda Ferro, Roberto e Mario Occhiuto, Caterina Chiaravalloti sono i nomi che circolano e non sono tutti nomi che garantiscono l’unità vista la possibilità di una spaccatura dovuta alla volontà dei fratelli Occhiuto di avere la nomination a leader della coalizione. Occorrerà capire se, nel caso in cui la scelta cadrà su altri candidati, Mario e Roberto Occhiuto decideranno di adeguarsi o spaccare il centrodestra. Ma la sensazione è che questa parte stia aspettando prima le mosse del centrosinistra calabrese per poi determinarsi. Insomma una situazione molto confusionaria. Intanto si avvicina la data del 27 dicembre, termine ultimo per la presentazione delle liste giorno in cui i calabresi avranno finalmente un quadro chiaro della situazione.