Paola, il rispetto delle quote di genere tiene banco. Ma cosa dice la norma?
La norma fa una differenza tra comuni sotto i 3 Milà abitanti e quelli sopra questa Soglia. Questo é un problema che si é verificato anche cinque anni fa con la giunta Perrotta, ma all’epoca nessuno fece ricorso.
PAOLA – La seduta del consiglio comunale di ieri, la prima dell’era Politano, è stata infiammata da incalzanti pressioni da parte della minoranza consiliare, in particolare da Emira Ciodaro, Roberto Perrotta e Andrea Signorelli. I vari problemi riscontrati, sia in sede di elezione del vice presidente del consiglio comunale che della commissione elettorale sono stati solo alcuni aspetti che hanno dato motivo alla opposizione di mettere in difficoltà la maggioranza, che probabilmente per inesperienza non è riuscita a difendersi dagli attacchi politici. L’unico appunto alla minoranza è giunto dal sindaco che nel corso di un suo intervento ha bacchettato i colleghi della opposizione sulla astensione attuata in merito alla presa d’atto della elezione del sindaco. “E’ la prima volta, che io ricordi che succede una cosa del genere” ha affermato Politano con un certo rammarico. Il motivo che comunque ha tenuto banco nell’aula “Lo Giudice” è stata la questione legata alle “Quote di Genere” che solitamente sono legate alla presenza scarsa nelle giunte comunali di donne. Ciò che avvenuto invece, con Giovanni Politano è stato l’esatto contrario, ossia i quattro quinti della sua squadra di governo è formata da appartenenti al “gentil sesso”. Una situazione questa che ha indotto la minoranza a rispolverare la legge n.56/2014. Le quote di genere si riferisce tanto alle donne quanto agli uomini. Essa infatti è protesa a garantire la una equa rappresentanza tra i due sessi, sia nelle liste elettorali quanto negli organi di governo (giunte comunali). In un calibro delle rappresentanze gli appartenenti ad un sesso non possono essere superiore al 60% e di conseguenza inferiore al 40%. Orbene nella composizione della giunta Politano formata da quattro donne e un solo uomo ha provocato le rimostranze della minoranza. Ma nell’analisi della norma si può notare come L’art. 1, comma 137 stabilisce che «Nelle giunte dei comuni con popolazione superiore a 3.000 abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento, con arrotondamento aritmetico». Nel calcolo della quoti di genere, proprio per i comuni superiori ai 3.000 abitanti nella composizione della giunta viene calcolato anche il sindaco. Ciò viene specificato anche dal Dipartimento Affari Interni e Territoriali con circolare n. 6508 del 24.4.2014. Orbene se la giunta comunale deve essere considerata non di cinque ma di sei elementi il quaranta per cento consente di mantenere la giunta Politano così come è composta essendo il calcolo pari a 2,4, che arrotondato aritmeticamente fa 2 (quota di genere). Queste due figure sono garantite dunque da Giovanni Politano (Sindaco) e Antonio (Totonno) Logatto (Assessore comunale). La vicenda delle quote di genere è un problema assai discusso nella città di Paola, soprattutto al momento delle composizioni delle giunte comunali e spesso violazioni in questo senso ve ne sono state diverse. Basti ricordare ad esempio la composizione della prima giunta Perrotta di cinque anni fa, composta da cinque uomini (sindaco compreso) e una sola donna (Marianna Saragò). All’epoca, forze politiche che attualmente risiedono in maggioranza non si posero minimamente il problema. Il problema non se lo pose neppure l’allora sindaco Perrotta che lasciò lungamente le cose invariate, in netto contrasto con la L. 56/2014. Tutto filò liscio perché nessuno della opposizione fece ricorso nelle sedi opportune. Forse questa vicenda è sfuggita ai neofiti consiglieri comunali di maggioranza visto che nessuno di loro, nella seduta del consiglio comunale di ieri, ha saputo ribattere su questa questione alla incalzante opposizione. L’inesperienza porta a questo. Ma immaginiamo che avranno tempo e modo di prepararsi al meglio e presentarsi ai prossimi consigli comunali preparati a rispondere agli “attacchi politici” dei loro avversari.