Paola, inutilizzate le tende pre triage davanti l’ospedale
I presidi mobili sono vuoti e inutilizzati. A nulla sono servite le sollecitazioni da parte di alcuni dirigenti medici per renderle operative
PAOLA – I protocolli in atto per il controllo dei pazienti nei vari ospedali italiani e quindi anche calabresi per contrastare la diffusione del CODIV-19, ha portato a creare dei filtri, materializzatesi con delle tende montate dalla protezione civile, in tutti i nosocomi che servono a svolgere quello che nel gergo viene definito pre-triage. Si tratta della accoglienza dei pazienti con sintomi influenzali e parainfluenzali che si recano in ospedale e per i quali è necessario approfondire la diagnosi al fine di stabilire se sottoporli a tampone rino-faringeo necessario per l’individuazione del Coronavirus. In sostanza gli operatori (usiamo il condizionale non a caso) che dovrebbero stare all’interno delle suddette tende hanno il compito di stabilire chi tra questi pazienti con sintomi sospetti possono o non possono accedere immediatamente all’interno dell’ospedale.
Una indagine questa che dovrebbe avvenire attraverso il metodo dell’anamnesi sul paziente e sui sintomi accusati. Una volta accertata la non pericolosità, se il paziente ha necessità di interventi di natura ospedaliera, sarà possibile farlo accedere in ospedale, in caso contrario se ne predispone il trasferimento nei centri deputati al trattamento dei casi sospetti. Da qualche giorno davanti l’ospedale di Paola sono montate queste, ormai famose, tende pre-triage, poste a fare da filtro ma a quello che abbiamo constatato che al loro interno non vi è alcun operatore sanitario tanto da farle apparire inutilizzate. Di questo si sono resi conto anche alcuni responsabili medici che in più occasioni, in questi giorni, hanno sollecitato con missive ufficiali agli organi preposti allo scopo di smuovere il tutto per renderle operative. In sostanza nell’ospedale di Paola non vi è alcun filtro. Sicuramente saranno state attivate tutte le accortezze del caso, circolari interne che impongono una particolare attenzione all’accoglienza dell’utenza e del loro trattamento che senza ombra di dubbio rispettano i dettati dei protocolli contingenti di questo particolarissimo e delicato periodo emergenziale, tanto da considerare gli ospedali dello spoke Paola-Cetraro luoghi sicuri, ma le tende continuano a rimanere vuote.
La domanda che ci si pone è: Perché se vi è stata l’esigenza di montare questi presidi mobili gli stessi non vengono utilizzati? Di contro vi è da indicare che nella sanità, soprattutto quella calabrese si vive una emergenza continua che non è riconducibile al Coronavirus ma all’ordinaria amministrazione. La carenza di medici, di personale sanitario e parasanitario sono gli aspetti più rilevanti e senza aspettare una risposta da parte di chi avrebbe dovuto garantire il funzionamento del pre-triage, immaginiamo che proprio questa carenza di personale sia alla base di questa mancata attivazione. Ma se davvero dovesse trattarsi di questo si potrebbe pensare, in una situazione contingente come questa, all’utilizzo dei medici di base o la collaborazione di medici in quiescenza o ancora con medici che non anno alcun rapporto di lavoro o di collaborazione con le Asp. Vedremo se nei prossimi giorni qualcosa si smuoverà.