PAOLA – La Caserma dei Vigili del fuoco a forte rischio. RBC: “chiederemo un accesso agli atti”
Una missiva del ministero boccia il terreno acquistato dalla amministrazione mettendo a rischio la realizzazione del presidio
PAOLA – Continua a rimanere un caso la realizzazione della casera dei vigili del fuoco nella città di Paola. Ad essa è associata l’acquisto di un terreno avvenuto ad opera della amministrazione comunale da un privato e che per Rete dei Beni Comuni e non solo, risulta essere privo dei requisiti minimi per la costruzione del presidio. In una nota stampa Rbc scrive: “Procedura al quanto frettolosa, per non dire insolita, quella adottata dall’amministrazione Di Natale-Perrotta per l’acquisto del terreno che avrebbe dovuto ospitare la nuova caserma dei Vigili del fuoco. Già in sede di commissione bilancio avevamo evidenziato la necessità di esperire i dovuti controlli prima dell’acquisto, come ad esempio la sussistenza o meno di eventuali ipoteche giudiziarie e legali. L’atto di compravendita è stato poi perfezionato in data 20.05.2020 e, preliminarmente, il Notaio ha effettuato come da prassi le visure ipocatastali per poter procedere con l’acquisto. Sotto questo aspetto si sottolinea che in data 23.04.2020 è stata necessaria una restrizione ipotecaria per liberare i terreni dai gravami esistenti. Così i cittadini di Paola si trovano ad aver acquistato un terreno per la costruzione della nuova caserma che di fatto non potrà essere utilizzato per questo scopo“. Il riferimento è anche ad una missiva del ministero, inviata alla amministrazione comunale nella quale scrive a chiare lettere che “... La sistemazione del terreno comporterebbe oneri aggiuntivi per la messa in sicurezza attraverso opere di contenimento” Ed ancora: “… che i dislivelli (del terreno ndr) comporterebbero limiti funzionali“. In poche parole il terreno acquistato non è idoneo alla realizzazione della caserma. Così Rete dei Beni Comuni insiste nella sua analisi scrivendo: “Ancora una volta assistiamo all’ennesimo spreco di denaro ai danni della collettività. Se come ci risulta, il Ministero, con propria nota, ha dichiarato inutilizzabile il terreno per lo scopo per il quale è stato acquistato sarà necessario esperire tutti i dovuti controlli per escludere ipotesi di danno erariale. L’eccessiva acclività, i dislivelli presenti sul terreno, oltre a renderlo non funzionale per ospitare la nuova caserma, prevedono costi eccessivi per la realizzazione di rampe di raccordo e muri di sostegno. Inoltre è da indagare anche la tempistica con la quale si è proceduto a perfezionare l’atto di vendita. Se dalle verifiche dovesse risultare, ad esempio, che l’atto è stato perfezionato dopo l’invio della missiva ministeriale, o che il Ministero è stato informato dell’acquisto solo a cose fatte, ciò farebbe presagire una condotta dolosa da parte dei nostri politici.
Per questo motivo nei prossimi giorni procederemo con un accesso agli atti al fine di chiarire alla cittadinanza la situazione. Non è di certo compito di questo gruppo consiliare indagare su presunte responsabilità, tuttavia solo da un attento esame dei carteggi potrà essere valutata la situazione e insieme alla popolazione paolana decideremo quali azioni intraprendere per una più compiuta disamina della vicenda. Già dalle prime battute, dalle relazioni presentate e dalla stima del prezzo effettuata, sono emersi elementi controversi che ci hanno spinto a non votare l’atto in consiglio.
Sarà anche per questo che si è dimesso il vice sindaco Cassano? Ricordiamo che nelle sue dichiarazioni ha fatto riferimento proprio al dissenso sulla procedura e di questo aveva reso partecipe tutta la maggioranza nell’ormai noto messaggio che aveva inviato nella chat di maggioranza. Da ciò ne consegue che non soltanto la giunta era consapevole di quanto stava avvenendo, col parere contrario del solo Tonino Cassano, ma anche tutti i consiglieri comunali di maggioranza che hanno preso parte alla riunione.
In tutto ciò, una riflessione sorge spontanea. Paola ha bisogno di meglio. Occorre andare oltre il cerchio magico instaurato da Di Natale e Perrotta, superare il loro metodo di governo della città, resettare tutto e ripartire da zero con una nuova classe politica, rigenerata e vocata interamente al bene comune“.