Salta ancora il tavolo con Tansi. PD sempre più isolato

Ma il problema più grande è la perdita di ulteriori pezzi. Alcuni del M5S potrebbero decidere si seguire l’ex capo della protezione civile calabrese

CATANZARO – Come ampiamente preventivato, il matrimonio politico tra Carlo Tansi, leader di Tesoro Calabria, e centrosinistra + M5S finisce ancor prima di cominciare.
Carlo Tansi a quanto pare aveva pensato che il centrosinistra avrebbe puntato, in questa tornata elettorale, sul suo nominativo, ma questo non è passato sul tavolo al quale lo stesso Tansi era ritornato dopo esserne uscito anche in malo modo, ossia in polemica con il commissario regionale PD, Graziano.
Con ogni probabilità l’ex responsabile della protezione civile calabrese ha ripensato alle sue mosse giocate nell’ultima settimana che con l’anderivieni dal tavolo del centrosinistra e aperture al centro destra, che non ha mai risposto al suo appello, così ha creduto, a giusta ragione, che la sua credibilità è stata messa a dura prova.

Le regole di Tansi non sono piaciute al PD

Così niente accordo, soprattutto per le condizioni poste dallo stesso Tansi al centrosinistra che imponeva volti nuovi e stop alla candidatura dei consiglieri regionali uscenti. Regole queste che non sono piaciute al PD e ai vari cespugli gravitanti intorno ad esso.

Le conseguenze politiche

La fuoriuscita di Tansi dalle trattative con l’ala sinistra della politica calabrese potrebbe comportare una serie di conseguenze che comunemente vengono identificati come problemi politici per tutti i partiti di questo schieramento.
Il primo è l’isolamento politico del PD che diventa sempre più evidente.
Il secondo è lo smembramento del M5S diviso in due fazioni. Quelli duri e puri sulla scia di Tansi e quelli più mobili sulla linea del PD. Tansi infatti con la sua fuoriuscita dal tavolo delle trattative potrebbe trascinare con sé una parte consistente del M5S, quelli “duri e puri” che non farebbe altro che amplificare ancor di più l’isolamento del PD e dei suoi risiduali satelliti come Leu, Verdi, Articolo Uno, Movimento delle Sardine, Socialisti che in termini di voti contano ben poco.

Il problema del PD e dei suoi alleati

Ma il PD ha un altro grande problema che si evidenzia nella sua “base”. Non tutti gli iscritti sono concordi sulla linea del commissario Graziano e già molti si stanno unendo a quelli che sono i cosiddetti fuoriusciti che potrebbero creare un nuovo polo all’interno del centrosinistra che alle prossime elezioni regionali potrebbero ritrovarsi spaccati addirittura in due tronconi.
Insomma per il PD e il centrosinistra questa è una bella gatta da pelare anche in termini di seggi da conquistare a palazzo campanella. In caso di sconfitta elettorale, infatti, i dieci posti assegnati alla minoranza, andrebbero spartiti non più tra tre liste come avvenne lo scorso gennaio (PD, “Io resto in Calabria”, Democratico e Progressisti) ma con ogni probabilità tra 4 o addirittura 5 liste, visto che con ogni probabilità il movimento di Tansi raggiungerà il quorum come lo raggiungerà con facilità il M5S, soprattutto se si dovesse presentare in coalizione con il PD. A questi potrebbero aggiungersi i candidati del troncone dei dissidenti Democrat (i cosiddetti fuoriusciti da PD) che andrebbero a sottrarre ulteriori seggi al partito di Zingaretti.