Sanità in Calabria – “Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare”
Ormai siamo alla vergogna più inaudita, con Commissari che vengono nominati e che si dimettono ogni giorno l’uno dopo l’altro, mentre a fronte di uno scenario del genere l’unico che veramente dovrebbe dimettersi non lo fa: il ministro della salute Roberto Speranza.
CALABRIA – Da oggi quando si vuole andare a trovare il significato di “Farsa” sul vocabolario si hanno diverse opzioni e diverse voci da consultare tra le quali: “Governo Conte”; “Poteri Forti”; “Sanità in Calabria”; “Commissario ad Acta” ed una miriade di altre sottovoci che stiamo scoprendo grazie al nostro indagare con “l’aiuto di un medico” (cit.)
Ormai siamo alla vergogna più inaudita, con Commissari che vengono nominati e che si dimettono ogni giorno, l’uno dopo l’altro, mentre a fronte di uno scenario del genere l’unico che veramente dovrebbe dimettersi e non lo fa, rimanendo candidamente al suo posto, è il ministro della salute Roberto Speranza. Lo dovrebbe fare per una questione di rispetto nei confronti dei calabresi, oggi più di ieri, e soprattutto subito dopo le motivazioni addotte da Eugenio Gaudio, ultimo commissario ad aver declinato l’invito, che sinceramente sembrano più che motivi personali una ripicca contro i calabresi, quelli che si sono opposti alla sua nomina, ossia il 90% di 2 milioni. “Non accetto perché mia moglie non vuole trasferirsi a Catanzaro“.
Ci mancherebbe altro, ogni motivazione è lecita soprattutto quando appartiene alla sfera personale o familiare e non può che essere rispettata. Però il rispetto di queste motivazioni, soprattutto quando attengono al rifiuto di un compito così importante, non ci può esimere dal fare alcune considerazioni e soprattutto dal fare i complimenti (del tutto ironici) al ministro Speranza, al governo Conte, al PD e a Giuseppe Conte in prima persona che dopo Cotticelli, Zuccatelli avevano pensato di affidare la sanità Calabrese ad un uomo che non sa anteporre il bene comune ai “capricci” di una moglie che non vuole lasciare la capitale. Ma davvero vogliamo mettere a confronto la squallida Catanzaro con l’opulenta Roma? Non sia mai!
Forse l’ignara signora con il desiderio espresso di non voler scendere in Calabria ha inconsapevolmente fatto un grande favore ai calabresi. Il fatto che Gino Strada si sia affrettato a dichiarare che “Non esiste alcun Tandem GAUDIO-STRADA” vorrà dire qualcosa?
Tuttavia, dovremmo ricordare sia a lei che a suo marito Eugenio Gaudio che in Calabria non ci sarebbero venuti gratis ma coronati da un più che lauto stipendio (quello da Commissario ad Acta della sanità calabrese) e da una serie innumerevoli di benefit che il 90% dei calabresi non vedrebbero neppure da lontano nel caso dovessero tornare vivere 100 vite.
Ma tant’è. Virgilio, il sommo poeta, per spiegare a Dante ciò che non può essere spiegato pronuncia la famosa frase: “Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare“.
Intanto i Calabresi attendono di uscire una volta per tutte dall’inferno…. per (ri)veder le stelle.