Senatrice Corrado Riaprire le indagini del Capitano De Grazia sulla Nave dei Veleni

Per la parlamentare M5S «lo Stato deve giustizia alla memoria del Capitano ma ha anche l’obbligo morale di fare luce sulla vicenda>>

La Nave Cargo “Jolly Rosso” arenata a Coreca – Amantea (Cs)

ROMA – È una storia lunga 30 anni quella che ha visto l’apertura di una inchiesta, nel 1990, per via dell’arenamento della nave cargo “Jolly Rosso”, sulle spiagge calabresi. Una indagine che ha visto la Procura della Repubblica di Paola indagare, ma non solo. Una vicenda dai tanti contorni oscuri che riconducono a vicende legate allo smaltimento di rifiuti tossici (si suppone anche radiottivi) e nella quale, per l’effetto del loro indagare, hanno perso la vita personalità integerrime e servitori dello stato come il Capitano De Grazia. Una pagina buia che aspetta di essere chiarita che ad un certo punto ha visto rimbalzare la notizia dell’invischiamento di servizi segreti deviati, interessi economici, criminalità organizzata. Così nel corso degli anni la storia ha vissuto di ribalte cronistiche che hanno raggiunto un apice quando vennero divulgate immagini subacquee di robot che sembravano avessero individuato altre navi che si presume possano esser state affondate nello specchio di mare antistanti le coste del tirreno cosentino. Quelle immagini tuttavia, non riuscirono a chiarire davvero se quei relitti che oggi giacciono in fondo al mare siano navi scomparse nel nulla e soprattutto il carico dalle stesse trasportate.

Oggi a distanza di tanti anni a chiedere la riapertura delle indagini sulla “Nave dei Veleni”, all’epoca iniziate proprio da De Grazia, è la senatrice del Movimento Cinque Stelle, Margherita Corrado, che ha presentato una interrogazione parlamentare indirizzata al ministro di Grazia e Giustizia, Bonafede, suo compagno di partito. Quella della Corrado è una netta posizione che viene espressa con parole coraggiose. La parlamentare pentastellata scrive: «Per truffare le assicurazioni e sbarazzarsi di rifiuti industriali, ma forse anche radioattivi, evitando i costi dello smaltimento legale nei decenni passati i fondali intorno alle coste del Sud Italia sono stati trasformati in un cimitero di ‘navi dei veleni’ o ‘navi a perdere’, come dimostrato da recenti inchieste giornalistiche e saggi ben documentati». Il suo intervento parlamentare non dimentica il capitano De Grazia. Per la grillina occorre avere il coraggio di completare ciò che era stato iniziato diversi anni orsono questo perché «lo Stato deve giustizia alla memoria del Capitano ma ha anche l’obbligo morale di fare luce su tutte quelle oscurità abissali che finora non sono state scandagliate non per mancanza di mezzi tecnici ma di volontà».